LA NUOVA STAGIONE EDUCATIVA
1. «Disegnare nuove mappe di speranza»
Alla fine del mese di ottobre e all’inizio di novembre 2025 si è celebrato a Roma il Giubileo del Mondo Educativo, sul tema «Costellazioni di speranza». Questo evento, organizzato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione, ha riunito migliaia di operatori del settore educativo che hanno partecipato ai vari appuntamenti della settimana educativa giubilare. In quell’occasione, Papa Leone XIV ha inaugurato una nuova stagione per l’educazione cattolica, offrendo le linee orientatrici per i prossimi anni.
Come è noto, la Chiesa cattolica rappresenta oggi uno dei più vasti soggetti educativi del mondo, con le sue oltre 238.000 scuole, 1.300 università cattoliche e 400 facoltà ecclesiastiche. Un patrimonio pedagogico immenso che incarna la convinzione della Chiesa che l’educazione sia una via privilegiata per promuovere giustizia, pace e fraternità.
Papa Leone ha voluto riprendere e rilanciare la grande eredità educativa lasciata da Papa Francesco, espressa in centinaia di discorsi e soprattutto nel progetto del Patto Educativo Globale, fondato su sette grandi obiettivi: la centralità della persona, dei giovani, della donna e della famiglia; l’attenzione ai poveri; la rinnovazione della politica, dell’economia e dell’ecologia.
Oggi Papa Leone XIV, con la sua Lettera Apostolica «Disegnare nuove mappe di speranza» e con i discorsi pronunciati durante il Giubileo, riprende i principi fondamentali della Gravissimum Educationis e sviluppa ulteriormente l’eredità del Patto Educativo Globale, introducendo tre nuovi obiettivi profondamente attuali, che completano il “Decalogo dell’educazione cattolica” per gli anni a venire.
2. Patto Educativo Globale 2.0: Il Decalogo dell’Educazione Cattolica
I. Educare alla vita interiore
Il Comitato per il Patto Educativo Globale ha condotto interviste con giovani di tutto il mondo durante la Giornata Mondiale della Gioventù e il recente Giubileo dei Giovani. Alla domanda: “Cosa sognate per l’educazione del futuro?” essi hanno risposto nella loro maggioranza — con stupore di tutti noi —: “Aiutateci a educare alla vita interiore.”
Il Papa, parlando agli studenti riuniti nella Sala Paolo VI nel Giubileo del Mondo Educativo, ha detto:
«Cari giovani, voi stessi avete suggerito la prima delle nuove sfide che ci impegnano nel nostro Patto Educativo Globale, esprimendo un desiderio forte e chiaro; avete detto: “Aiutateci nell’educazione alla vita interiore.” Sono rimasto veramente colpito da questa richiesta. Non basta avere grande scienza, se poi non sappiamo chi siamo e qual è il senso della vita. Senza silenzio, senza ascolto, senza preghiera, perfino le stelle si spengono».
Viviamo in una società iperstimolata e veloce, che spesso non lascia spazio all’ascolto di sé. Tante forme di disagio — ansia, aggressività, isolamento, dipendenze — trovano radice in un vuoto interiore non riconosciuto.
Educare alla vita interiore significa: educare alla speranza. Significa aiutare ogni giovane a scoprire un centro, un senso, una voce che lo abita; significa insegnare che ogni vita, anche ferita, è capace di luce.
Le università cattoliche sono chiamate oggi a essere luoghi in cui si reimpara a “vedere le stelle”: a coniugare ricerca e profondità, scienza e senso, conoscenza e sapienza.
II. Generare un digitale umano
Il secondo nuovo obiettivo riguarda la grande sfida del mondo digitale. Il Papa ha affermato:
«La seconda delle nuove sfide educative è un impegno che ci tocca ogni giorno e del quale voi siete maestri: l’educazione al digitale. (…) Non lasciate però che sia l’algoritmo a scrivere la vostra storia! Siate voi gli autori: usate con saggezza la tecnologia, ma non lasciate che la tecnologia usi voi. Anche l’intelligenza artificiale è una grande novità – una delle rerum novarum, cioè delle cose nuove – del nostro tempo: non basta tuttavia essere “intelligenti” nella realtà virtuale, ma bisogna essere umani con gli altri, coltivando un’intelligenza emotiva, spirituale, sociale, ecologica. Perciò vi dico: educatevi ad umanizzare il digitale, costruendolo come uno spazio di fraternità e di creatività, non una gabbia dove rinchiudervi, non una dipendenza o una fuga. Anziché turisti della rete, siate profeti nel mondo digitale!».
Viviamo immersi nel digitale: è una straordinaria opportunità di conoscenza e comunicazione. Tuttavia, occorre vigilare affinché la tecnologia non diventi una gabbia, un luogo di dipendenza o di isolamento.
Educare per un digitale umano significa: insegnare un uso critico e responsabile dei media; coltivare empatia, intelligenza emotiva e spirituale; creare un ambiente digitale che sia luogo di incontro, non di ostilità; e formare cittadini capaci di vivere la tecnologia senza esserne dominati.
Per questo Papa Leone invita i giovani a non essere “turisti della rete”, ma “profeti del mondo digitale”: non consumatori passivi, ma creatori di senso e di fraternità.
III. Educare alla pace: una pace disarmata e disarmante
Il terzo obiettivo riguarda la costruzione della pace. Il Papa ha detto:
«Vedete bene quanto il nostro futuro venga minacciato dalla guerra e dall’odio che dividono i popoli. Questo futuro può essere cambiato? Certamente! Come? Con un’educazione alla pace disarmata e disarmante. Non basta, infatti, far tacere le armi: occorre disarmare i cuori, rinunciando a ogni violenza e volgarità. In tal modo, un’educazione disarmante e disarmata crea uguaglianza e crescita per tutti, riconoscendo l’uguale dignità di ogni ragazzo e ragazza, senza mai dividere i giovani tra pochi privilegiati che hanno accesso a scuole costosissime e tanti che non hanno accesso all’educazione».
La pace non nasce da un giorno all’altro. È un’arte paziente: fatta di ascolto, dialogo, riconciliazione, rispetto delle diversità, linguaggio non violento.
Educare alla pace significa: disarmare le parole, evitando aggressività, volgarità e polarizzazione; disarmare il cuore, guarendo rancori, pregiudizi, ostilità; e disarmare l’educazione, trasformando scuole e università in spazi di confronto costruttivo, non di competizione sterile.
Il Santo Padre ci invita a essere costruttori di pace prima di tutto nei luoghi quotidiani: famiglia, scuola, sport, amicizia.
Conclusione – Costruire costellazioni di speranza
Ogni scuola e università è come una stella nella grande costellazione dell’educazione mondiale. Ognuna ha la sua luce e contribuisce a illuminare l’orizzonte dell’umanità. Una stella, se rimane sola, è solo un punto nell’universo. Se è unita alle altre, forma costellazioni.
Viviamo sotto lo stesso cielo, animati dalla stessa ricerca della verità, sostenuti dalla stessa speranza.
Il compito educativo è, oggi più che mai, un atto di coraggio e un’opera di luce.
Le istituzioni scolastiche e accademiche continuano a essere stelle vive di questo firmamento, aiutando i giovani a scoprire chi sono, che senso ha la loro vita, quale contributo unico possono offrire al mondo.
Al termine del Giubileo del Mondo Educativo, Papa Leone ha proclamato San John Henry Newman nuovo Dottore della Chiesa e co-patrono dell’educazione: che San John Henry benedica i nostri studenti e accompagni tutti gli educatori in questa nuova stagione educativa, per svolgere con entusiasmo la più bella missione di tutte, educare le giovani generazioni.