Abbiamo visitato il Padiglione della Santa Sede per la Biennale dentro un carcere / Adelaide Barigozzi / Elle.com


Abbiamo visitato il Padiglione della Santa Sede per la Biennale dentro un carcere
Adelaide Barigozzi
"Elle.com"
18 aprile 2024
Entrare in un carcere non è semplice, se non hai commesso un crimine. Nemmeno se ospita la mostra d’arte più straordinaria e intensa della Biennale di Venezia 2024. Con i miei occhi, dedicata ai diritti umani, tema caro a Papa Francesco, che il 28 aprile la visiterà, è proposta dal Padiglione della Santa Sede in un luogo davvero fuori dai canoni, la Casa di detenzione femminile della Giudecca, che ha da subito aderito al progetto. Qui attualmente scontano la pena 82 detenute, alcune delle quali non solo hanno collaborato in varie forme alla realizzazione delle opere – quasi tutte specific site – degli otto artisti partecipanti, Maurizio Cattelan, Corita Kent, Simone Fattal, il collettivo Claire Fontaine, Marco Perego & Zoe Saldana, Claire Tabouret, Sonia Gomes, e Bintou Dembélé (la coreografa e ballerina hip hop francese conduce un laboratorio solo per le detenute e si esibirà per il pubblico in un'unica data a settembre), ma conducono anche le visite come mediatrici d'arte, ed è davvero qui la differenza. Durante la Biennale alla mostra potranno accedere solo quattro gruppi di 25 persone al giorno. Noi abbiamo avuto la fortuna di vederla in anteprima.
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