INTERVENTI

© Mauro Ungaro per l'Osservatore Romano

Abitare la frontiera dell’incontro

interventi ‒ 20 marzo 2025

In dialogo con gli studenti della città di Gorizia ( Friuli-Venezia Giulia)

 "La poesia non è arte di accumulo ma porta ad andare all’essenziale per lasciarsi risplendere di quel potenziale di luce presente in tutte le cose"

di Mauro Ungaro per L'Osservatore Romano

Far riflettere i giovani sui grandi temi della vita prendendo spunto dalla lettura dei testi di uno dei massimi poeti portoghesi del nostro tempo. È stato questo lo spunto che ha dato vita all’incontro svoltosi giovedì scorso presso Il Kulturni center Lojze Bratuž di Gorizia e che ha avuto come ospite il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede. La serata si è inserita nella serie di iniziative che l’Arcidiocesi di Gorizia, insieme a quella di Koper, propone nell’anno che vede la città in riva all’Isonzo accompagnare la slovena Nova Gorica nell’esperienza di Capitale europea della cultura. A fare gli onori di casa l’arcivescovo di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di raccontare i valori fondanti dell’Unione Europea ai giovani.

Nelle settimane scorse, gli studenti del liceo classico Dante Alighieri e del liceo classico Primož Trubar avevano letto le poesie pubblicate in questi anni dal cardinale e ciascuno di loro aveva scelto un testo da analizzare e da cui farsi interrogare. In particolare la loro attenzione si era rivolta al volume Estranei alla terra, opera che racchiude le raccolte Strada bianca e Teoria della frontiera: il senso dell’estraneità dell’essere umano nel mondo contemporaneo, in un intreccio di riflessione teologiche, poetiche e filosofiche, ha davvero coinvolto gli studenti che hanno rivelato di avere sentito quei versi oltremodo vicini alla loro esperienza di vita.

Ne è scaturito un dialogo spontaneo e intenso partito — e non poteva essere diversamente considerata la storia della città di Gorizia e del suo territorio — proprio dal significato che per il cardinale assume il confine.

Dopo la lettura in italiano e portoghese da parte dei giovani di alcuni dei suoi testi, accompagnati dai musicisti del Centro sloveno di educazione musicale Emil Komel, il prefetto ha voluto portare idealmente tutti i presenti nella sua terra, il Portogallo, dove il confine si affaccia sulla realtà “sconosciuta” rappresentata dall’Oceano: una presenza che rispecchia un’inquietudine chiamata a interpretare la frontiera non come un limite ma un punto di partenza. Proprio il sapere andare “oltre” ha permesso ai suoi conterranei, nei secoli, di portare «nuovi mondi al mondo»: una vocazione a cui, oggi, sono chiamate, pur nel mutare dei tempi, anche le città di Gorizia e Nova Gorica.

La presenza della frontiera aiuta a riconciliarsi con il concetto stesso di limite, accettando che siamo incompiuti e comprendendo quanto abbiamo bisogno degli altri: abitare la frontiera è abitare la saggezza dei limiti ma anche la cultura dell’incontro. E in tale senso il plurilinguismo è un’esperienza di complementarietà.

I ragazzi, poi, hanno voluto capire quali sono state le motivazioni che hanno spinto il cardinale a «diventare poeta». Il cardinale ha raccontato loro che il suo essere poeta nasce dalla volontà di rimanere fedele al bisogno degli altri: la poesia non è arte di accumulo — contrariamente a tanti stili che segnano la vita di oggi — ma porta ad andare all’essenziale per lasciarsi risplendere di quel potenziale di luce presente in tutte le cose. In questo modo nascono dei testi che vanno letti come un continuum e che si collocano in un’ottica più grande: ognuno di noi è chiamato a vivere un amore grande, l’amore di Dio. Un amore che deve essere grande ogni giorno ma deve anche portare con sé quella brezza di leggerezza capace di divenire elemento di poesia.

In conclusione dell’incontro sono saliti sul palco, una settantina di studenti del coro Slata-per del Polo liceale goriziano per proporre al numeroso pubblico alcuni brani, il cui contenuto si collegava esplicitamente alle tematiche affrontate nel dialogo fra i loro coetanei e il cardinale.

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Note aggiunte: All'incontro hanno preso parte l'arcivescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli, il vicesindaco Chiara Gatta e il presidente del Kulturni Center, Franka Žgavec. Presente anche don Bogdan Vidmar, responsabile diocesano della diocesi slovena per Go!2025. Gli studenti del Liceo "Slataper" di Gorizia e quelli del Centro Sloveno di Educazione Musicale Emil Komel hanno introdotto e chiuso la serata guidati dal maestro Marco Luciano. Monsignor Redaelli ha richiamato l’importanza dei valori fondanti dell’Europa come centrali per l’amicizia tra i popoli. Da parte sua, il vicesindaco Gatta ha fatto riferimento al coinvolgimento giovanile come necessario per alimentare il dialogo tra le due terre sorelle. A fare gli onori di casa è stata Franka Žgavec, presidente del Kulturni Center.