I bambini incontrano il Papa
Circa 7.500 piccoli dei cinque continenti all’incontro “Impariamo dai bambini e dalle bambine”. Spettacoli di musica, canto, giochi, poi il botta e risposta di alcuni ragazzi e ragazze di diversi Paesi con il Pontefice.
A seguire le parole di S.E.R. il Sig. Card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, nel saluto iniziale che ha aperto la manifestazione:
Carissimi bambini,
Carissimi Organizzatori e Volontari,
ricorderete tutti che, domenica primo ottobre, durante il dopo Angelus, il Santo Padre, affiancato da cinque di voi bambini in rappresentanza dei cinque Continenti della Terra, ci ha riempito di gioia annunciando che avrebbe incontrato «bambini di tutto il mondo» nell’Aula Paolo VI, nel pomeriggio di lunedì 6 novembre. Questo momento è venuto e siamo tutti qui per rispondere all’invito del Papa.
Dobbiamo essere grati a P. Enzo Fortunato e agli enti organizzatori – fra cui: la Comunità Francescana, la Comunità di Sant’Egidio e Auxilium – per aver reso possibile – con il Patrocinio de Dicastero per la Cultura e l’Educazione – questo incontro che sarà un grande momento di gioia.
Come lo ha desiderato proprio il Papa, questo evento vuole farci «tornare ad avere sentimenti puri come i bambini, perché a chi è come un bambino appartiene il Regno di Dio. I bambini ci insegnano la limpidezza delle relazioni e l’accoglienza spontanea di chi è forestiero e il rispetto per tutto il creato».
Cari bambini, siamo qui per imparare da voi! In questo momento, sapete che il mondo sta vivendo un momento molto, molto difficile. Tanti bambini, come voi, soffrono: soffrono della povertà, soffrono della guerra. Alcuni di voi vengono proprio da parti del mondo dove questo accade.
Voi, la vostra gioia, i vostri sogni, la vostra presenza qui, sono potenti antidoti contro questi mali. Aiutateci e aiutate il mondo a essere migliore. Voi potete farlo. Oggi contiamo su di voi!
Voi, ragazzi, andate a scuola e a scuola imparate tante cose belle dai vostri maestri; ma, oggi voi siete i nostri maestri.
Voi siete i nostri maestri, perché voi non siete vittime dei pregiudizi che noi adulti invece abbiamo.
Voi siete nostri maestri, perché sapete vivere come fratelli e sorelle in amicizia, cosa che noi adulti tanti volte non siamo più capaci di fare. E quando voi dite di un vostro compagno o di una vostra compagno: «è un amico mio» o «è un’amica mia», voi accedente per noi una luce in un firmamento buio.
Voi siete nostri maestri, perché i vostri sorrisi pieni di speranza sono più forti delle nostre lacrime di disperazione.
Voi siete i nostri maestri, perché la vostra gioia di vivere e di condividere gli uni con gli altri, ci ricorda la nostra piccolezza nel desiderare il possesso delle cose materiali.
Voi siete i nostri maestri, perché la vostra curiosità di scoprire cose nuove ci ispira a creare un mondo nuovo, più giusto, più equo.
Voi siete maestri, perché vi sapete perdonare sinceramente, mentre noi facciamo molto fatica a farlo, perché siamo chiusi nel nostro odio e nel nostro rancore.
Voi siete i nostri maestri, perché possedete la fede vissuta con fiducia, mentre noi troppo spesso, non ce la facciamo… per questo di voi, proprio di voi bambini, Gesù ha detto a noi adulti: «Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Matteo 18,1-5.10.12-14).
Prima, vi ho parlato della scuola e, a scuola, tanti di voi imparano le poesie, e fate bene a impararle. Anche a me piacciono tanto le poesie. Un grande poeta della mia terra, Fernando Pessoa, scrisse in una poesia intitolata “Libertà”: «Grande è la poesia, la bontà e le danze… ma le cose migliori sono quelle delle infanzie». Sono certo che, quando diventerete grandi, vi ricorderete di questo momento come una delle cose luminose della vostra infanzia.
Sono sicuro, infine, che gli educatori, gli accompagnatori e soprattutto i vostri babbi e le vostre mamme vi hanno preparato molto bene per oggi. Vi chiedo di essere voi stessi e di parlare al nostro Papa Francesco come a un nonno carissimo a cui volete molto, molto bene, sapendo che Lui vi vuole tanto, tanto bene.
José Tolentino de Mendonça