18ª Conferenza dei Ministri dello Sport del Consiglio d'Europa
Dall'8 al 10 ottobre 2024 si è tenuta a Porto (Portogallo) la 18ª Conferenza dei Ministri dello Sport del Consiglio d'Europa. La Santa Sede è stata rappresentata dal Nunzio Apostolico in Portogallo, S.E. Mons. Ivo Scapolo, e da un ufficiale del Dicastero per la Cultura e l'Educazione, don José Miguel Fraga Cardoso.
In questi tre giorno, la Conferenza si è concentrata sul 10° anniversario della Convenzione di Macolin. Questa si tratta di un trattato firmato nel 2014 ed è l'unico strumento giuridico e l'unica norma di diritto internazionale sulla manipolazione delle competizioni sportive, che richiede alle autorità pubbliche di cooperare con le organizzazioni sportive, gli operatori di scommesse e gli organizzatori di competizioni per prevenire, individuare e sanzionare la manipolazione delle competizioni sportive. La Convenzione propone un quadro giuridico comune per un'efficace cooperazione internazionale al fine di rispondere a questa minaccia globale. Attualmente, circa 40 Stati europei hanno firmato questo trattato, così come altri Paesi extraeuropei.
Durante la Conferenza sono state pure condivise diverse esperienze di politiche sportive già attuate da alcuni Paesi, focalizzate principalmente sulla regolamentazione delle scommesse sportive, sulle misure di prevenzione dell'abuso sui minori nello sport, sulla promozione delle donne nei ruoli sportivi, sul rapporto tra sport e scuola, sulla difesa dello status dello studente-atleta, e leggi che mirano attuare sulla corruzione e violenza nello sport.
In questo senso, la Conferenza ha cercato di raccogliere altri suggerimenti politici riguardo al futuro dello sport. L'intervento della Santa Sede, nella persona di S.E. Mons. Ivo Scapolo, ha posto l'accento su tre aspetti: lo sport come piattaforma di inclusione sociale, lo sport come promotore di pace tra i popoli e l’affermazione della dimensione spirituale dello sport.
Alla fine, Bjorn Berge, Deputato-Segretario Generale del Consiglio d'Europa, ha concluso i lavori ricordando che quando lo sport soffre, soffriamo tutti. E la società ha molto da guadagnare dalla promozione dello sport.